lunedì 31 marzo 2014

Giardino Fatato


Incanto del 31/03/2014


Portate con voi, in giardino o in balcone una ciotola con latte e miele. Il vostro pendolo o la vostra bacchetta magica e, se l’avete, una statuina che rappresenti uno gnomo o almeno una fata dei fiori.

Sospendete il pendolo sopra la terra che userete per il travaso o la semina e fategli compiere dei giri in senso orario, per risvegliare la sua energia e per richiamare l’attenzione degli gnomi:

«Gnomi delle radici, invoco il vostro aiuto per (dite il nome della vostra piantina o dei vostri semi) aiutate la sua crescita, proteggete le sue radici, fortificatele e nutritele!»

A questo punto usate la terra, così incantata, per piantare e seminare. A lavoro finito irrigate con il latte e il miele dicendo:

«Gnomi delle Radici, Fate dei fiori, vi sono immensamente grata/o per aver accettato il mio invito a prendervi cura di queste piante. Vi do il be n venuto nel mio giardino e vi prometto amore e devozione e cure come dimostrato da quest’offerta di latte e miele»

Fatto ciò irrigate con acqua pulita, sistemate la statuina che avete portato con voi.

Incantesimo tratto dalla rubrica Gli incanti di Igea

venerdì 28 marzo 2014

L'Oracolo di Delfi


Nel giorno in cui venivano emessi i responsi (anticamente una sola volta in un anno, in seguito il settimo giorno di ogni mese) la Pizia, ossia la sacerdotessa presa dal divino furore profetico, faceva un bagno nuda nella fonte Castalia che, fuoriuscita da una roccia, sgorgava gelida e corroborante. Era evidentemente un atto purificatorio propedeutico.
Da lì una piccola processione accompagnava la Pizia presso il punto di raccolta interno al tempio di Apollo (il così detto adyton) di un'altra acqua proveniente questa volta dalla fonte Cassotide. La Pizia ne beveva un sorso... quest'acqua presentava virtù profetiche.

Dopo di che veniva introdotto un capretto sul quale era spruzzata dell'acqua gelida. Se il capretto rimaneva indifferente se ne traeva un cattivo presagio e l'oracolo era rimandato, se invece l'animale reagiva allora veniva ucciso e bruciato su un altare esterno al tempio. Il fumo costituiva un segno che la giornata era propizia all'attività oracolare.

A questo punto i consultanti (che, a quanto pare, per avere dei responsi pagavano tariffe molto salate) dovevano seguire lo stesso percorso purificatorio della Pizia; nel fra tempo la nostra sacerdotessa sostava davanti all'altare che presentava un fuoco alimentato da legno di abete e da ogni sorta d’incenso e sostanze eccitanti. Quando la Pizia cominciava a barcollare inebriata dai profumi, era portata di peso nell'adyton del tempio.

Il consultante era ammesso al tempio previo un sacrificio di un capretto o un agnello. La Pizia in uno stato d'ipnosi era separata da un tendaggio e sedeva su una sorta di sgabello denominato <<tripode>> (in cui tre piedi sorreggevano una sorta di scodella concava centrale dentro la quale era ubicata la nostra sacerdotessa). In quella posizione sopraelevata, teneva in una mano un ramo d'alloro (pianta sacra ad Apollo che avrebbe virtù purificatrici) e in un'altra uno dei fili di lana in cui era avvolto l'onphalos (ombelico) ossia una misteriosa pietra tondeggiante considerata il <<centro del mondo>> e che, secondo la mitologia, sarebbe quella stessa roccia che Rea diede da mangiare a Crono al posto di Giove e che il dio <<divoratore dei suoi stessi figli>> vomitò ai piedi del monte Parnaso.

Tratto da:
L'Oracolo di Delfi di Cronache Esoteriche
http://www.cronacheesoteriche.com/CronacheEsoteriche/divinazioneDelfi.jsp

Facciamo un esperimento?

Prendete un foglietto di carta mai usato e scriveteci sopra la parola "DIO" in stampatello.
Ponete il foglietto in un Decagono orientato correttamente verso Nord. 
Poi sistemate il vostro pendolo sulla verticale del foglietto al centro del Decagono e 
chiedete mentalmente:

"Qual è la direzione cardinale della parola Dio?"

Vedrete che il pendolo oscillerà in una determinata direzione.
In questo modo se avete delle preghiere da sussurrare saprete anche in che direzione rivolgerle.



mercoledì 26 marzo 2014

Rituale solare della Sfera di cristallo

Incanto del 26/03/2014
copertina dell'opuscolo divinatorio:
"La visione nel cristallo"


L’incanto di oggi è tratto da: La Visione di Cristallo - opuscolo che accompagna tutte le sfere di cristallo di Cronache Esoteriche

Trascrivete a matita la domanda che volete rivolgere all’oracolo su un foglietto di carta pergamenata.
Accendete un incenso del Capricorno.
Sistematevi con la vostra sfera accanto ad una finestra rivolta verso Nord. Sedete, come sempre, con la schiena ditritta, i piedi paralleli ben poggiati a terra e le braccia lungo i fianchi. Sistemate la sfera in modo che sia attraversata dai raggi del sole.
Dopo aver bruciato il foglietto con la domanda, chiudete gli occhi e cominciate a inspirare ed espirare lentamente, sentite il respiro entrare delle narici, riempire i polmoni e il vostro intero corpo e uscire portando via con sé tutte le vostre tensioni e tutti i vostri pensieri.
Quando vi sentite rilassati, aprite gli occhi e cominciate a fissare il centro della sfera.
Quando la vostra sarà come le acque limpide di un lago, allora vedrete nel fondo e nel centro della sfera vi apparirà la risposta.

Tratto da:
Gli Incanti di Igea

giovedì 13 marzo 2014

Solitudine


Spesso ci si sente soli e tristi eppure basta così poco per cambiare le cose!

Il vero problema è che pensiamo di non aver tempo, in realtà non è il tempo a mancare ma la paura ad eccedere.

C'è troppo timore nei nostri cuori.
Abbiamo paura dedicando qualche minuto alle persone che incrociamo durante il cammino di togliere qualcosa alla nostra vita e i nostri obbiettivi.

Temiamo che non venderemo i nostri prodotti e che quindi non potremo pagare le bollette;
Abbiamo paura di fare brutta figura, di apparire stupidi;
Ci spaventa la prospettiva di essere delusi;
Siamo terrorizzati dalla prospettiva di stare facendo qualcosa di inutile o peggio solo divertente.

Presi da questa e una miriade di altre paure ci chiudiamo in noi stessi, ci laciamo a perdifiato in corse stressanti contro il tempo. Ci avvolgiamo in spire di ricerche tra volumi polverosi.

Ma noi siamo come candele, quando ci avviciniamo ad altri stoppini la nostra luce si raddoppia senza perdere nulla.

Alle volte, è sufficiente perdere cinque minuti rispondendo esaurientemente ad una e-mail perché la nostra fiammella sia luce nel buio.

martedì 11 marzo 2014

Cronache Esoteriche: Un motivo in più per scegliere Cronache Esoteriche...

Cronache Esoteriche: Un motivo in più per scegliere Cronache Esoteriche...: Questo sabato terremo presso la nostra sede un corso di Radiestesia Magica , poiché a casa ho solo tre posti letto e i partecipanti per co...

Un motivo in più per scegliere Cronache Esoteriche Eventi

Questo sabato terremo presso la nostra sede un corso di Radiestesia Magica, poiché a casa ho solo tre posti letto e i partecipanti per così dire "in trasferta" potrebbero essere di più ho deciso di fare una piccola ricerca in modo da essere preparata nel caso qualcuno avesse necessità di alloggiare in albergo.

I prezzi non sono eccessivi, si parte da 40 euro a notte per una singola in B&B con bagno in comune con gli altri ospiti fino a ben 90 euro a notte dell'albergo qui vicino.

Vediamo, invece, quanto costa alloggiare da noi:

Dunque alla quota di partecipazione ai diversi eventi, corsi e seminari bisognerà versare una quota pari a euro 0,00 nei quali sono compresi:

- pernottamento in camenra singola o doppia (la stanzetta è fornita di un letto matrimoniale)
- cena con chiacchiere a piacere
- prima colazione

La tavola imbandita per la colazione


Se non si fosse capito, pernottare da noi è assolutamente GRATUITO!

Insomma, cosa volete di più? Un Lucano? Abbiamo qualcosa di meglio! Il limoncello fatto in casa dalla mamma con i limoni da agricoltura biologica 100% perché provengono dal giardino di mia zia!

A conti fatti partecipando ai corsi e gli eventi di Cronache Esoteriche c'è solo da guadagnare! E voi cosa aspettate?

Cronache Esoteriche: Festa del Papà, un'istituzione moderna dalle radic...

Cronache Esoteriche: Festa del Papà, un'istituzione moderna dalle radic...: Tra breve sarà la festa del papà, e noi di Cronache Esoteriche ci siamo come sempre chiesti quale sia il reale e profondo significato di qu...

Festa del Papà, un'istituzione moderna dalle radici antiche

Tra breve sarà la festa del papà, e noi di Cronache Esoteriche ci siamo come sempre chiesti quale sia il reale e profondo significato di questa festa. Se essa affondi le radici in tradizioni più antiche data la sua grande popolarità, ecco cosa abbiamo scoperto.

Anziano, con la barba lunga e tuttavia virile,
San Giuseppe ricorda un altro padre: Giove.
La festa del papà non ha origini particolarmente antiche, fu istituita nel 1910, in America e celebrata il 19 giugno per la prima volta, solo successivamente fu associata alla celebrazione della Festa di San Giuseppe che avviene il 19 marzo fin dal XIV secolo.Sebbene il culto veo proprio di San Giuseppe abbia cominciato a prendere piede nella chiesa cattolica solo a partire dal 1030 i riti in onore di San Giuseppe hanno, come sempre, radici molto più antiche.Divinità, Santi, Eroi sono l'incarnazione, il simbolo di energie molto più antiche, esprimono la consapevolezza di un legame sottile tra la manifestazione limitata e il divino che, per la sua natura infinita non può essere definito in nomi e figure e, per lo stesso motivo, si manifesta in tutti i pantheon (quello cristiano compreso) che si sono succeduti e sempre si succederanno sul pianeta e nella coscienza umana.

Oggi, comunque, darei qualsiasi cosa per una zeppola, ma non una zeppola triste e da supermercato ma una di quelle zeppole fritte, traboccanti di crema alla vaniglia e cioccolato sulle quali occhieggiano due grosse amarene.A malapena mi ero accorta che oggi era San Giuseppe eppure, da bambina questa era forse la mia festa preferita. Posso ancora ricordare l'odore caldo e friabile delle zeppole che dalle pasticcerie e dalle cucine private si spandeva, in questo giorno, per tutte le case.



Le zeppole, però, non sono l'unica tradizione legata a questa festa ce ne sono tantissime, sparse per tutta Italie tutte associate alla simbologia del sole, la luce e l'abbondanza. 
Infatti la zeppola, per la sua forma rotonda e il colore dorato ricorda proprio il sole.
zeppole di San Giuseppe
Il 19 Marzo è la data più vicina all'equinozio di Primavera e i cibi di forma tondeggiante e dorata come le zeppole hanno la funzione di richiamare "magicamente" il potere e anche il calore del sole sulla terra.Una conferma del collegamento di San Giuseppe con il sole proviene dalla sua associazione con la paternità, infatti a cosa si può mai associare il sole se non ad un padre che protegge, scalda e nutre i suoi figli? Nessun frutto o arbusto può mai crescere sulla madre terra senza il calore fecondante del padre sole.Anche l'astrologia conferma tale associazione.Nel Tama Natale il Sole rappresenta il padre e i suoi rapporti con gli altri Pienti svelano che tipo di genitore avrà il neonato e quali saranno i loro rapporti.Nel caso di una femmina, infine, saranno sempre i rapporti del sole con gli altri corpi celesti a stabilire il suo rapporto con l'altro sesso (per i maschi, invece, si guarda la Luna).


In Sicilia e nel Salento sono diffuse usanze denominate “Tavole di San Giuseppe”: la sera del 18 marzo le famiglie che intendono assolvere un voto o esprimere una particolare devozione al santo allestiscono in casa un tavolo su cui troneggia un'immagine del santo e sul quale vengono poste paste, verdure, pesci freschi, uova, dolci, frutta, vino. Sono poi invitati a mensa mendicanti, familiari e amici, tre bambini poveri rappresentanti la Santa Famiglia. Si riceve il cibo con devozione e spesso recitando preghiere, mentre tredici bambine con in testa una coroncina di fiori, dette “tredici verginelle”, cantano e recitano poesie in onore di san Giuseppe. In provincia di Caltanissetta, molto più sentito nella piccola località di Gela,la tradizione vuole che chi intende fare voto debba, mesi prima, bussare in ogni porta della cittadina e chiedere qualcosa da donare al povero in nome di San Giuseppe (denaro o viveri che siano). Nelle proprie abitazioni si allestiscono grandi altari cn strutture in legno, adornati cn numerosi lenzuola bianche ricamati. All'interno si possono trovare qualunque tipo di genere alimentare, dal pane alla pasta, dal vino ai liquori. La "Cena di San Giuseppe", così chiamata, viene aperta al pubblico il mezzogiorno del 18 Marzo, e il 19 Marzo tre persone, bisognosi d'aiuto, in rappresentanza della Sagra Famiglia, vengono fatti accomodare nella tavola imbandita come dei Re e viene servita a loro la cena. Successivamente viene diviso tra loro tutta la spesa, donata e acquistata grazie alle donazioni dei devoti.

Salemi, altare addobbato con il pane di San Giuseppe
Falò di San Giuseppe
Nella Val Trebbia nel cuore del territorio delle Quattro province si festeggia ancora oggi con la Festa di San Giuseppe il rito serale del Falò, che segna il passaggio dall'inverno allaprimavera. Con il falò viene anche bruciato un fantoccio, la "vecchia", che simboleggia l'inverno. Molti traggono auspici per la primavera prossima da come arde il fantoccio. Il rito risale all'antico popolo dei Liguri, in occasione del particolare momento astronomico dell'equinozio, poi la tradizione pagana si fuse con quella cristiana celtico-irlandese dei monaci di San Colombano, giunti in epoca longobarda. Un tempo in tutte le vallate ardevano migliaia di falò, che infiammavano di un tenue rossore le serate della zona, ora ardono ancora nei centri comunali con piccole sagre e canti. Un dolce tipico sono le frittelle di San Giuseppe (in dialetto farsò) che accompagnano la festa. A Bobbio la festa è una tradizione millenaria, infatti furono i monaci irlandesi dell'Abbazia di San Colombano, fondata nel 614, a fondere il rito pagano con quello cristiano, nella luce che sconfigge le tenebre. Anche nel paese di Mormanno sono immemorabili le origini di questa tradizione che vuole che in tutti i quartieri siano accesi grossi falò in onore al Santo seguiti da musiche e balli tradizionali.

Locandina della festa dei "Falò di
San Giuseppe" a Villa Castelli (BR)

Fino a qualche anno fa, in provincia di Latina, era usanza che già due mesi prima della festa i ragazzi, spesso accompagnati da persone adulte, si recassero nei vicini boschi a tagliare piante di giovani lecci: lo scopo era di raccogliere quante più piante possibili per poter il giorno della festa accendere il fuoco più grande tra tutti i rioni del paese. Ancora oggi nel giorno di San Giuseppe, all'imbrunire, in tutto il paese si accendono decine e decine di falò nei pressi dei quali si organizzano feste con degustazione di prodotti tipici, tra cui le zeppole di San Giuseppe, fritte direttamente accanto ai fuochi. Anche a Mattinata in provincia di Foggia in occasione della festa di San Giuseppe fino a dieci anni fa si accendevano falò in tutti i rioni e dal 2000 viene acceso un unico grande falò sul sagrato della chiesa abbaziale di Santa Maria Della Luce, con un programma sia religioso sia civile, con fuochi pirotecnici, balli tradizionali canti e degustazione di prodotti tipici del territorio.
Anche a Serracapriola continua immutata negli anni la tradizione dei Falò di San Giuseppe. Ogni anno, ragazzi ed adulti, raccolgono dai campi i cosiddetti "ceppi" cioè i rami residui dalla potatura degli olivi secolari, per formare alte pire da accendere la sera della festività del Santo, i più temerari si cimentano nel "salto del falò" a testimoniare coraggio e sprezzo del pericolo.

Il fuocarone di San Giuseppe è tradizione antichissima anche a Villa Basilica (LU) nella minuscola frazione di Guzzano. Fino a qualche anno fa si accebdeva il fuoco proprio il giorno di San Giuseppe, tradizione poi spostata al sabato successivo alla celebrazione. Qualche giorno prima della data del falò gli uomini del paese vanno al bosco alla ricerca di un tronco di pino che abbia le caratteristiche giuste. Il pino, tagliato, viene portato nella piazzola antistante l'abitato e piantato per terra dopo essere stato privato dei rami. Intorno viene costruito il fuocarone, con i rami stessi, la paglia ed altro legno, in modo da avere una vera e propria pira alta anche una decina di metri. La sera stabilita, dopo la celebrazione della santa messa in onore del santo, viene appiccato il fuoco e, per ore, intorno ad esso si canta, si suona, si balla e si consumano i cibi tipici delle nostre zone. Anche in Romagna nella vallata del fiume Montone, a Rocca S.Casciano era tradizione accendere un falò la sera, all'imbrunire della vigilia di S.Giuseppe, bruciando le potature di viti o rami di arbusti; non sembra ci fossero particolari piatti o riti oltre al fuoco, ma sicuramente, anche questo giorno era unn buon motivo per stare a veglia con i vicini o conoscenti.

Felice festa del papà, dallo staff di Cronache Esoteriche.




venerdì 7 marzo 2014

Sugli Incantesimi e le preghiere d'amore



Negli ultimi giorni siamo stati contattati da un certo numero di persone che ci chiedono incantesimi per indurre qualcuno ad amarli, o meglio, ad intraprendere una relazione con loro.
Le persone che ci scrivono o che ci chiamano non usano mai il termine "legamento d'amore" oppure "fattura d'amore", nessuno vuole compiere un'azone tanto bassa, tutti preferiscono chiamarli "incantesimi di avvicinamento", oppure "preghiere d'amore" "incantesimi di magia d'amore" e, questa è la mia preferita: "magie per aiutare le coppie ad essere felici".

Per questo ho pensato di postare questo vecchio ma sempre attuale intervento di Igea che spiega cosa sia una fattura d'amore, al di là di come vogliate chiamarla.

I legamenti d'amore e le preghiere per far tornare l'amato sono fatture belle e buone. Non fatevi ingannare dalle parole "magia rossa" "preghiera" "orazione di S. Cipriano" ecc. sono tutti metodi coercitivi bassi che umiliano chi li compie e danneggiano enormemente chi ne è vittima, insomma, non hanno nulla a che vedere con l'amore. 

L'amore è libertà. Se qualcuno vi lascia lasciatelo andare, trattenendolo gli fate solo del male e lo fate anche a voi stessi perché è come se affermaste che non siete degni di essere scelti da qualcun altro, o, peggio ancora, che non bastate a voi stessi e che dunque non potete vivere da soli.

Ovviamente siete liberi, se ciò vi fa piacere, di umiliarvi ricorrendo agli incantesimi d'amore e costringendo chi vi ha lasciato a tornare con voi contro la sua volontà, io non sono nessuno per giudicare, ma almeno, assumetevi la piena e completa responsabilità di quanto decidete di fare.

Non raccontatevi storie, essere perfettamente consapevoli di ciò che state per fare e di quali siano i veri motivi che spingono vi proteggerà, per quel che è possibile proteggere chi compie un rito simile. Certo, non potrete mai evitare le conseguenze peggiori ma, almeno, attutirete il colpo, se agirete con consapevolezza piena vi farete meno male.

E, soprattutto non chiedeteli a noi, Cronache Esoteriche è contraria a qualsiasi pratica di coercizione, da noi non troverete approvazione nei confronti di tali atteggiamenti, nè consigli in merito. Se siete decisi a compiere un legamento non chiamateci, noi perseguiamo lo scopo di aiutare le persone ad essere felici e i legamenti rendono infelici, distruggono l'autostima della gente.

Un abbraccio
Igea.



I pendoli sono la passione del MArchese di Carabàe ultimamente ne stiamo acquistando così tanti che questa è diventata davvero la casa del pendolo!

I due in foto sono pendoli gioiello in malachite, davvero meravigliosi, regali!
Voi cosa ne pensate? 

martedì 4 marzo 2014

Il Giullare, guida interiore dell'Esoterista



Un giullare è un essere multiplo; è un musico, un poeta, un attore, un saltimbanco; è una sorta di addetto ai piaceri alla corte del re e principi; è un vagabondo che vaga per le strade e dà spettacolo nei villaggi; è il suonatore di ghironda che, a ogni tappa, canta le canzoni di gesta ai pellegrini; è il ciarlatano che diverte la folla agli incroci delle strade; è l'autore e l'attore degli spettacoli che si danno i giorni di festa all'uscita dalla chiesa; è il conduttore delle danze che fa ballare la gioventù; è il cantimpanca [cantastorie]; è il suonatore di tromba che scandisce la marcia delle processioni; è l'affabulatore, il cantore che rallegra festini, nozze, veglie; è il cavallerizzo che volteggia sui cavalli; l'acrobata che danza sulle mani, che fa giochi coi coltelli, che attraversa i cerchi di corsa, che mangia il fuoco, che fa il contorsionista; il saltimbanco sbruffone e imitatore; il buffone che fa lo scemo e che dice scempiaggini; il giullare è tutto ciò e altro ancora.

(E.Faral, I giullari in Francia nel Medio Evo)